Conta dei carboidrati

Una persona con diabete ha come priorità il conteggio dei carboidrati (tecnica del counting), che deve effettuare a ogni pasto, per poter calcolare l’entità del rialzo glicemico provocato da un pasto a prevalente contenuto di carboidrati, e di compensarlo in maniera adeguata con l’insulina.
La tecnica del counting si basa su un presupposto importante: l’aumento della glicemia dopo un pasto misto è dovuto al quantitativo di carboidrati presenti, di conseguenza la dose di insulina prima del pasto deve essere proporzionale al contenuto di carboidrati del pasto stesso.

Ecco perché è così importante che la persona con diabete conosca la quantità di carboidrati assunti in ciascun pasto.

Questa attività potrebbe apparire titanica ma in realtà non lo è, perché è tutta una questione di routine.

La tecnica perfetta per il conteggio dei carboidrati

Il primo passo verso l’apprendimento della tecnica corretta di conteggio dei carboidrati è saperli distinguere. Una volta individuati, occorre conoscerne il peso e sapere qual è il loro contenuto percentuale di carboidrati.

I carboidrati li troviamo nei seguenti alimenti:

  1. Cereali (pane, pasta, cracker, grissini);
  2. Frutta;
  3. Verdura e tuberi (patate e patate dolci);
  4. Birra e alcuni superalcolici;
  5. Dolci;
  6. Alimenti che terminano in “-osio”, come saccarosio, glucosio, destrosio, maltosio, fruttosio, ecc.

Una volta individuati i carboidrati, si deve fare una stima della loro presenza nel pasto, che può essere effettuata attraverso:

  • La lettura delle etichette dei prodotti, che riportano il contenuto in gr. di carboidrati di una porzione di alimento;
  • Elenchi e/o ricette presenti su libri o siti internet (a patto che siano fonti affidabili);
  • Bilancia e tabelle nutrizionali: si confronta il peso in grammi dell’alimento e la percentuale di carboidrati contenuta in quel cibo secondo la formula: Peso totale (gr.) × % di carboidrati specifica per ciascun alimento / 100 = gr. di carboidrati contenuti nel cibo

Esempio:
100 gr. di mela contengono 13 gr. di carboidrati, cioè il 13%.

Con 250 gr. di mela si avrà
250 gr. × 13 / 100 = 32.5 gr. di carboidrati.

Quanta insulina è necessaria

Occorre poi contare quante unità di insulina sono necessarie per il pasto. Per saperlo, è fondamentale conoscere il rapporto insulina/carboidrati, cioè quanti grammi di insulina vengono bruciati nel nostro organismo da una unità.

Il dato è soggettivo e va stabilito dal diabetologo

Ipotizziamo un rapporto carboidrati/insulina pari a 14 (ogni unità di insulina brucia 14g di carboidrati) e consideriamo un menu con 174,8 gr 

Avremo

174,8 gr di carboidrati assunti / 14 (rapporto carboidrati /insulina) = 12, 4 unità di insulina necessarie.

Il totale dei carboidrati assunti – o da assumere durante il pasto- viene diviso per la quantità in grammi di carboidrati coperti da una unità di insulina per ottenere il n° di unità di insulina necessarie.

La persona con diabete, con il passar del tempo, assume gradualmente la capacità di riconoscere a occhio nudo pesi e misure degli alimenti che sta per assumere. Ma all’inizio, quando si deve prendere dimestichezza con le pratiche che assicurano una buona gestione della malattia, è preferibile dotarsi di una bilancia e imparare a leggere nel dettaglio le etichette degli alimenti.

Indice Glicemico

L’ indice glicemico (IG) di un alimento indica l’incremento glicemico indotto dall’ingestione di  una porzione di quell’alimento  rispetto ad uno di riferimento (glucosio o pane bianco), a parità di contenuto di carboidrati. L’indice glicemico è espresso in termini percentuali: un alimento con un indice glicemico di 50% determina un innalzamento della glicemia pari alla metà di quello indotto dal glucosio oppure dal pane bianco.

Ad esempio, 50g di carboidrati contenuti in una porzione di 100 g di fagioli secchi (alimento a basso  indice glicemico) hanno un minor impatto sulla glicemia rispetto allo stesso quantitativo di carboidrati contenuti in una fetta di pane di 90g (alimento ad elevato indice glicemico).

L’IG tiene conto solo della qualità dei carboidrati mentre la risposta glicemica ad un alimento è influenzata anche dalla quantità di carboidrati,  per questo motivo è stato introdotto un altro indice chiamato “Carico Glicemico” che meglio esprime l’impatto dei carboidrati sulla glicemia. Il carico glicemico (CG) si calcola moltiplicando il valore dell’indice glicemico per la quantità di carboidrati dell’alimento diviso 100.

L’IG ed il CG sono molto utili per predire l’effetto sulla glicemia di un pasto misto, ossia un pasto che è composto da cibi con IG molto differenti. Per ottenere il CG dell’intero pasto si moltiplica la percentuale di carboidrati contenuta in ciascun alimento per il suo indice glicemico e quindi si sommano i risultati ottenuti per ciascun componente del pasto.

L’IG può essere influenzato da una serie di fattori che ne causano una certa variabilità  (il contenuto di grassi e di proteine del pasto, il contenuto in fibre, il processo tecnologico utilizzato per la produzione degli alimenti, il tipo e la durata di cottura).

Il consiglio è, comunque,  quello di utilizzare l’IG per la scelta di alimenti ricchi in carboidrati.

Fonte: sito FAND.it, Associazione Italiana Diabetici